Presentati i nuovi dati ISTAT sulla pratica sportiva: cala la sedentarietà, due italiani su tre sono attivi
Sono stati presentati, presso le Piscine del Foro Italico, i nuovi dati ISTAT relativi alla pratica sportiva e all’attività fisica in Italia. Il quadro aggiornato restituisce segnali positivi ed evidenzia una tendenza di lungo periodo verso un Paese più attivo: negli ultimi trent’anni è aumentata la quota di chi pratica sport, passando dal 26,6% del 1995 al 37,5% del 2024. La crescita riguarda soprattutto la pratica sportiva continuativa, che sale dal 17,8% al 28,7%, mentre quella saltuaria rimane stabile all’8,7%.
Dato rilevante nel biennio 2023-24, dove la sedentarietà è in calo, passando dal 35% al 32,8%, segnando così il dato più basso mai registrato. Allo stesso tempo, cresce la percentuale di persone che svolgono attività fisica regolare – come camminate, bicicletta o esercizi in casa – che passa dal 27,9% al 29,7% (+1,8 punti percentuali). Anche la pratica sportiva continuativa segna un leggero aumento (+0,4), mentre quella occasionale si mantiene stabile.
All’evento hanno preso parte il Ministro Abodi, il presidente del CONI Luciano Buonfiglio, il presidente del CIP Marco Giunio De Sanctis, l’amministratore delegato di Sport e Salute, Diego Nepi Molineris, e i presidenti di ISTAT e ICSC, Francesco Maria Chelli e Beniamino Quintieri.
“I dati ISTAT - ha osservato il Ministro - costituiscono una base preziosa per progettare azioni mirate capaci di rendere lo sport un diritto concreto per tutti i cittadini; queste informazioni permettono di individuare con maggiore precisione le aree di intervento, promuovendo un sistema che incentiva la pratica sportiva sia come percorso agonistico sia come strumento di benessere, salute, prevenzione e sviluppo sociale. Positivo il calo della sedentarietà, risultato di un impegno condiviso tra istituzioni, territori e mondo sportivo, volto a far crescere una cultura dell’attività fisica diffusa e inclusiva.”
Durante la presentazione è emersa l’urgenza di ridurre gli squilibri ancora presenti tra territori, generi e condizioni sociali, riconoscendo nello sport, come affermato dalla Costituzione, un fattore di unità, inclusione e benessere collettivo. Superare queste disparità significa costruire un sistema sportivo capace di accogliere e valorizzare ogni persona, offrendo pari opportunità di crescita, partecipazione e sviluppo.
Un aspetto significativo emerso riguarda il fenomeno del drop out sportivo: nel 2024, il 25,4% della popolazione dai 3 anni in su ha dichiarato di aver interrotto la pratica sportiva svolta in passato. Il fenomeno è particolarmente rilevante tra i giovani tra i 10 e i 24 anni, dove le ragazze registrano tassi di abbandono più alti rispetto ai ragazzi (21,6% contro 15,1%), con un’età media di uscita dallo sport leggermente più precoce (14 anni per le ragazze contro 15 per i ragazzi). Tra le motivazioni più frequenti si segnalano la perdita di interesse, le difficoltà economiche e l’insufficienza o la scarsa accessibilità degli impianti sportivi.
Cresce, invece, l’interesse per forme di sport “destrutturato”, praticato in spazi aperti o non convenzionali: la percentuale di persone che fanno attività fisica in casa o nei cortili condominiali è passata dal 13,5% al 20,2% in dieci anni. Lo sport è vissuto sempre più come uno strumento flessibile per migliorare la qualità della vita: il 61,5% degli intervistati lo pratica per mantenersi in forma, il 49,8% per passione, il 42,6% per svago, mentre il 27,5% lo utilizza per gestire lo stress.
Le foto della presentazione: Presentazione dei nuovi dati ISTAT sulla pratica sportiva