Intervista Gazzetta dello Sport - Gennaio 2025
Partiamo da Milano-Cortina: qual è lo stato dell'arte a un anno dal via delle Olimpiadi?
"Siamo a buon punto, operiamo a vari livelli ad altissima intensità e, comunque, saremo pronti. C'è grande apprezzamento per il lavoro della Fondazione Milano Cortina che si sta occupando dell'organizzazione di Olimpiadi e Paralimpiadi, così come della SIMICO che sta gestendo tutta l'infrastrutturazione finalizzata ai Giochi, ma che porterà grandi benefici anche dopo i Giochi ai territori che li ospiteranno. Mancano 342 giorni alla cerimonia d'inaugurazione a Milano e 370 a quella paralimpica di Verona, e questo tempo scorrerà ancor più velocemente, rendendo sempre più necessari la collaborazione e il gioco di squadra a tutti i livelli istituzionali, per contribuire al successo di questo appuntamento universale nel quale crediamo fermamente. Ce la faremo!".
Stadi ed Europei: fra un anno e mezzo l'Italia deve comunicare gli impianti per Euro2032. Qual è la situazione? E quali sono in arrivo? Possibile che solo in Italia non si riesca a snellire ancora l'iter burocratico con una legge ad hoc?
"Il 2032 è un appuntamento importante. A ottobre 2026 la Figc indicherà i cinque stadi e la Uefa dovrà fare le sue valutazioni. Entro la Primavera 2027 si dovranno aprire gli eventuali cantieri per gli stadi che hanno bisogno di una riqualificazione più o meno significativa. Quelli di Milano, Roma e Torino, lato Juventus, sono ragionevolmente in vantaggio, ma sarà in ogni caso una competizione nella quale verranno prescelti i migliori secondo gli standard UEFA. Ma se da un lato guardiamo al 2032, dall'altro lavoriamo per migliorare il portafoglio stadi del nostro sistema professionistico, a partire da quello della Serie A. Lo dobbiamo soprattutto ai tifosi e agli appassionati del calcio italiano che hanno diritto a stadi accoglienti, funzionali, accessibili e moderni. Il Governo sta configurando strumenti finanziari agevolativi e predisponendo la norma per costituire una struttura commissariale, nel rispetto delle esigenze territoriali. Abbiamo parlato tanto in questi ultimi 20 anni e dobbiamo passare velocemente ai fatti, ai cantieri, a uno sviluppo sostenibile di questi luoghi di socialità e intrattenimento.
Che idea si è fatto del patteggiamento di Sinner con la Wada e dell’idea di sfruttare il ritorno e il fenomeno del numero uno per portare il quinto slam a Roma con gli internazionali e il nuovo progetto del Foro italico?
“Credo nell’assoluta mancanza di responsabilità di Jannik, che è un ragazzo schietto, pulito, trasparente e sincero. Peraltro, lo pensa, avendolo detto con parole diverse, anche la WADA. Incredibile come sia rimasto motivato, lucido e concentrato in questi mesi, trovando il modo di convivere con un 'peso' che gli ha fatto perdere un po' di serenità e di sorriso. Alla luce anche di questa esperienza, la Wada ha detto cambierà le regole dal 2027, questo fa capire di cosa si è trattato. Cambiando tema, la crescita esponenziale del tennis non rappresenta una sorpresa, ma è frutto del lavoro, della pianificazione e della visione di una federazione, la Fitp, che da decenni investe nelle scuole, sui vivai, sui circoli e sulla mediaticità per la promozione della disciplina. In quest'ottica, va inserita l'idea di un ulteriore salto di qualità, dopo le ATP Finals e le Finali di Coppa Davis, con l'acquisizione dello status di un sostanziale quinto slam, per far entrare gli Internazionali d'Italia ancor di più nella élite mondiale”.
A che punto è l'agenzia per il controllo dei costi e dei bilanci dei club professionistici, che di fatto sostituirà la Covisoc?
È stato chiuso l’avviso per la selezione dei membri che comporranno la commissione, dei quali tre sono espressione di una candidatura spontanea sulla base di requisiti tecnici stringenti, due sono selezionati su una rosa di cinque proposti da FIGC, FIP e le quattro leghe professionistiche, mentre il presidente dell’INPS e il Direttore dell’Agenzia delle entrate ne fanno parte di diritto. Terminata la fase di selezione, d’intesa con il Ministro Giorgetti, i candidati prescelti saranno sottoposti alle VII Commissioni parlamentari di Camera e Senato, subentrando a Covisoc e Comtec a partire dai campionati 25/26.
Quali altre norme ha in cantiere per il mondo dello sport? Per il calcio ha parlato di una nuova legge Melandri
Stiamo lavorando a due norme strategiche che definiranno, da un lato, il nuovo assetto del sistema sportivo italiano e, dall'altro, un nuovo modello di gestione dei diritti audiovisivi del calcio professionistico, compresa la mutualità di sistema, tenendo conto del cambiamento del contesto economico, industriale e sociale. I testi sono in fase di definizione e sarà mia cura condividerlo preventivamente con tutti i soggetti interessati, partendo dalle competenti delle commissioni di Senato e Camera. Tempi di uscita delle prima bozze, tra aprile e giugno.
Il mondo del calcio chiede la reintroduzione della pubblicità per le scommesse sportive.
"Promuovere le scommesse legali toglie ossigeno a quelle illegali, ovvero all'economia criminale che rappresenta un pericolo costante da contrastare con strumenti sempre più efficaci e anche marcando la differenza con la dimensione autorizzata dall'Agenzia Dogane e Monopoli, che la pubblicità favorisce. Dopodiché dobbiamo aumentare e sistematizzare il contrasto alla ludopatia che deve far parte in modo qualificante delle valutazioni definitive che faremo a breve su questa tematica. Continuiamo a lavorare anche per riconoscere agli organizzatori degli eventi sportivi un "diritto sulla scommessa" come avviene già in altri paesi europei, da destinare anche allo sport sociale e alle sue infrastrutture".
Bove sogna il ritorno in campo in Serie A, ma quali sono i passi e i margini, se ci sono, per cambiare il protocollo italiano: ha parlato con Edoardo e con l'onorevole e presidente FMSI Casasco? Cosa vi siete detti?
" Incontrerò presto Edoardo, mi fa molto piacere conoscerlo di persona e dialogare con lui. Sul tema che riguarda anche lui, ho spiegato che è fondamentale il parere della comunità medico scientifica; quindi, lascio le valutazioni tecniche a chi conosce la materia in un ambito così delicato. La FMSI sta facendo un grande lavoro proprio sulla tematica delle malattie cardiovascolari e sul loro impatto sugli atleti. Sarà utile un confronto con il Presidente Casasco e la comunità scientifica per poter capire come garantire la tutela della salute e la pratica sportiva agonistica, con forme sempre più avanzate, facendo tesoro dell'esperienza di Edoardo, ma anche di quegli atleti che sono stati meno fortunati di lui: penso a Morosini, Bovolenta e Astori, che sono spesso nei miei pensieri".
Caso tifosi: c’è una recrudescenza forte, il Viminale continua a vietare trasferte, proliferano striscioni vergognosi. Come se ne esce?
Con il Ministro Piantedosi, insieme al Capo della Polizia Pisani, ci incontriamo periodicamente con i rappresentanti del sistema calcistico per il consueto tavolo sulla sicurezza negli stadi, finalizzato anche al contrasto alle infiltrazioni della criminalità nel calcio. L’obiettivo è sempre lo stesso: tutelare i tifosi, garantendo loro libertà e sicurezza, e individuare in modo chirurgico coloro che vanno allo stadio non per tifare, ma per delinquere. Abbiamo bisogno di ulteriore collaborazione da parte dei club, anche con il ritiro del gradimento allo stadio a quei soggetti che non rispettano le regole. La tecnologia sarà di grande aiuto e sarà sempre più indispensabile per l'iscrizione ai Campionati".
[14:17, 3/13/2025] Marta Zitelli: Ultimo giorno dell’anno dei record dello sport italiano. Andrea Abodi, che per lo Sport - e i Giovani - è il ministro, nel suo ufficio di Largo Brazzà guarda con soddisfazione al 2024, ma è già totalmente lanciato nel 2025. «È stato un anno impegnativo e gratificante, con tantissime emozioni da parte degli atleti, i veri protagonisti dello sport competitivo, e soddisfazioni anche nelle mie funzioni di ministro, grazie al supporto prezioso del Presidente Meloni, a una positiva collaborazione con tutti i colleghi di Governo, letteralmente tutti, con il Parlamento, le Regioni e gli enti locali, oltre agli organismi sportivi. Medaglie, onore e merito sul campo e buoni risultati sul fronte della politica per lo sport, che fanno ben sperare per il prossimo anno. Fondamentale pensare al futuro, guardare avanti».
Però il passato recente racconta molto.
«Iniziano a delinearsi i profili di un nuovo modello sportivo italiano. Abbiamo qualificato l’anno che si sta chiudendo con tanti provvedimenti legislativi, una articolata e diffusa serie di attività con la nostra società Sport e salute e l’Istituto per il Credito Sportivo e Culturale, definendo un diverso rapporto, più equilibrato, tra risultati di vertice e grandi avvenimenti, e sport sociale e infrastrutture diffuse. Il 2025 sarà fondamentale per l'affermazione di questo modello, anche grazie alle riforme di sistema che sono in cantiere, sulle quali ci confronteremo a vari livelli, sempre nel rispetto dell’autonomia, ma da varare in tempi certi. A partire dal completamento della riforma iniziata nel 2018, con una nuova architettura, le relative regole di governo, la puntuale definizione dei ruoli, i profili della collaborazione, con un'attenzione particolare anche per gli organi di controllo, giustizia e garanzia».
Eh, la giustizia sportiva ...
«Credo sia necessario fare tesoro dell'esperienza e rendere la giustizia sportiva più efficiente, trasparente e comprensibile, garantendo la piena terzietà di chi vigila, valuta e giudica sulla base delle norme sportive, partendo dai principi di lealtà, correttezza e probità che troppo spesso vengono trascurati, se non mortificati».
Pensa di staccarla dalle federazioni?
«Ho un’idea ben precisa di come strutturarla, ma ci sarà modo per confrontarci, rispettando l'autonomia. Molto dipenderà anche dalla capacità di autogoverno del Coni e del Cip, ma io darò indirizzi legislativi chiari, che prevederanno il coinvolgimento di figure specializzate, sul modello di quella tributaria».
A che punto siamo con la riforma della legge Melandri?
«È pronta la prima bozza. Al momento è al Ministero delle Imprese e del Made in Italy per una opportuna condivisione, poi inizierà la fase di concertazione anche con i vertici del calcio e le sue componenti: conto di presentare il decreto entro il primo trimestre del 2025, forse anche prima. Terrà conto dell’evoluzione tecnologica che sta modificando l'idea stessa dei confini del mercato nazionale e riducendo la distanza tra il contenuto, il suo titolare e il suo fruitore. E poi ridefinirà la mutualità, con una rielaborazione del modello, sia orizzontale, in Serie A, che verticale, a beneficio del resto del sistema calcistico. Mi auguro che la Lega maggiore lavori più efficacemente sulla catena del valore, soprattutto a livello internazionale, dove servono ancor di più visione, strategie e alleanze».
Quest’anno ha anche avviato i lavori per rinnovare gli stadi?
«Venerdì scorso, in una riunione al MEF, con il collega Giorgetti, abbiamo fatto un ulteriore e decisivo passo avanti per la nascita di un fondo equity che investirà nei progetti-stadio, sulla base di criteri che stiamo elaborando, completando la configurazione di un portafoglio di opportunità, per contribuire a far fare finalmente un salto di qualità agli stadi della Serie A e delle altre leghe. Patrimonio quasi totalmente pubblico, gestito dai privati, al quale riconosceremo lo status di 'infrastrutture strategiche nazionali'. Stiamo anche definendo le funzioni e le prerogative di una struttura commissariale che semplifichi e renda omogeneo l'iter dei progetti, in sintonia con amministrazioni comunali e club. I tempi? Tra fine gennaio e inizio febbraio».
Al momento quali sono i club con cui state parlando?
«Parliamo con tutti. Alcuni sono più avanti, come a Firenze, Cagliari, Bologna, Parma ed Empoli. Ma c’è anche Milano, che si sta avviando verso una buona soluzione; Roma sta procedendo, il progetto dei giallorossi va avanti, la Lazio ha appena presentato un’idea progettuale sul Flaminio e sono previsti interventi sullo stadio Olimpico, di proprietà di Sport e salute; mi auguro arrivi Napoli, con il club che punta sul nuovo stadio e il Comune che vorrebbe rinnovare il Maradona. E poi, Palermo, Genova, Bari e Verona. Dobbiamo passare, adesso, dal refrain ormai noioso del “si può fare” a un più gratificante e concreto “stiamo facendo”».
Il calcio, compreso Simonelli neo presidente della Lega Serie A, reclama anche un ritorno del Decreto Crescita che ha tolto - solo a questo settore - preziosi vantaggi fiscali.
«Auspico che la Lega, nel rispetto delle norme e della logica, trovi presto compattezza e armonia, pur nella diversità degli interessi dei suoi associati. Avevamo già iniziato a definire un’agenda della collaborazione con l'ex presidente Casini, che riprenderemo e completeremo. Il Decreto Crescita è tra i punti, anche se io sono dell’idea che quando si chiude una parentesi, sia difficile riaprirla. Meglio lavorare su vivai, infrastrutture e calcio femminile. Di sicuro la Serie A sarà messa nelle condizioni di competere al meglio e il nostro supporto non le mancherà».
Qualcosa può arrivare dalle scommesse.
«Direi di si, a partire dalla pubblicità. In linea di principio, bisogna comunicare efficacemente ciò che è legale, marcando il discrimine con ciò che non lo è e non ha bisogno di comunicazione per svilupparsi. Io penso, nel rispetto di opinioni diverse, che vietare la pubblicità non aiuti, anche sul versante del contrasto alla piaga sociale della ludopatia che ritengo abbia bisogno di più strumenti: cure, educazione, formazione e informazione. D'altro canto, il Governo userà tutti i mezzi che ha a disposizione, e quelli ulteriormente necessari, per arginare l'economia criminale anche in questo settore, includendo la pirateria audiovisiva, tutelando l'economia legale, anche a beneficio dei club e, in generale, degli organizzatori degli eventi, ai quali ritengo giusto riconoscere un diritto per la scommessa, ovvero una percentuale dei ricavi. Nella Finanziaria questo provvedimento non c’è, ma è previsto un prelievo dal comparto ‘giochi, lotterie e scommesse’ per finanziare una misura che faciliterà la pratica sportiva alle famiglie con ISEE inferiore a 15 mila euro. Una misura di straordinario valore sociale».
Come procede il lavoro sul fronte sicurezza?
«C'è piena sintonia e costante collaborazione con i colleghi Piantedosi e Nordio. Stiamo definendo una serie di interventi, anche con il supporto della tecnologia più avanzata, per consentire alle norme di essere efficaci, garantendo la certezza delle pene, a tutela di chi vuole vivere il calcio con passione e in libertà, nel rispetto delle regole e degli altri».
Proprio in tema di sicurezza negli stadi, la Procura federale ha poi aperto un fascicolo sugli ultras di Inter e Milan come da lei sollecitato.
«Come era giusto che succedesse. Su questo versante mi aspetto che la giustizia sportiva faccia la sua parte, complementare rispetto a quella dello Stato, intervenendo con più tempestività ed efficacia per dare un contributo fondamentale al contrasto delle infiltrazioni criminali nel calcio e delle colpevoli complicità. Ovunque».
A proposito della nuova Commissione per i controlli amministrativi sui club professionistici, pensa che ci saranno sorprese?
«Stiamo completando, auspicabilmente in un paio di mesi, le procedure per la costituzione dell'organo e della struttura. Mi auguro che venga fatto un lavoro preventivo, diffuso e costante, che permetta a tutti di avere nuove consapevolezze anche in termini di responsabilità. Che un club sia piccolo o grande, vincente o meno, le regole valgono per tutti e chi non le rispetta ne deve pagare le conseguenze, nel rispetto del sistema e dei suoi osservanti. Competitività e sostenibilità devono essere alla base del sistema e mi sembra che i club inizino a capire che gli obiettivi sportivi, per quanto molto importanti, non possano esserlo a ogni costo».
Sostenibilità è una delle parole più utilizzate da Gabriele Gravina, attuale e salvo sorpresone futuro presidente Figc.
«Già...il sistema federale, con la sua capacità di autodeterminarsi, sta esprimendo questo. La cosa fondamentale è che il progetto sia ambizioso, al di là degli accordi e degli annunci. Se saranno altri quattro anni di gestione Gravina, che siano di evoluzione, di miglioramento e di riforme. Noi li aiuteremo, con il calcio non c’è la disattenzione che qualcuno superficialmente lamenta: lavoriamo, nella diversità dei ruoli e delle responsabilità, per gli stessi obiettivi, che devono però essere chiari, dichiarati e condivisi».
Il fatto che Gravina rischi di andare a processo con l’accusa di aggiotaggio la preoccupa?
«Al di là dell'eventuale iter processuale, situazioni del genere sono inopportune e appartengono a fattispecie che la giustizia sportiva, diversa e complementare rispetto a quella statuale, deve valutare proprio nel rispetto delle proprie prerogative, a tutela della reputazione e della credibilità dello sport. E questa non è l’unica situazione inopportuna nello sport italiano, che sta offrendo troppi spunti alla cronaca non sportiva, di fronte ai quali la risposta troppo spesso è tardiva e blanda, se non evasiva».
I presidenti federali con tre o più mandati, nonostante il suo intervento correttivo, vengono tutti rieletti, mentre sembra non ci siano margini per il quarto mandato di Malagò.
«Sto intervenendo su tutto quello che ritengo migliorabile. Il mio correttivo sull’elezione dei presidenti federali forse non ha prodotto l’effetto nel quale confidavo (sono stati rieletti tutti, ndr), ma non è stato supportato adeguatamente dai regolamenti elettorali, come avevo auspicato formalmente il 4 dicembre 2023 al Coni, con il superamento del distorsivo sistema delle deleghe, provando a favorire anche l'attribuzione di ruoli e deleghe nei consigli federali nel rispetto della parità di genere e del ricambio generazionale. Era compito proprio del Coni agire in modo più efficace e convincente con Federazioni, Discipline sportive associate ed Enti di promozione sportiva. Ne riparlerò con il prossimo presidente, chiunque sarà».
Si offende se le diciamo che quando è stato scelto come ministro in molti hanno pensato che fosse più o meno un traghettatore? Invece ha cambiato tante cose, dando fastidio a tante persone.
«Forse non mi conoscevano. Mi sono fatto qualche nemico e ho scoperto che alcuni non erano amici. Sto semplicemente cercando di fare il mio dovere, dando segnali di cambiamento, di miglioramento, di perseguimento del bene comune e superamento dei personalismi. Felice anche di aver contribuito a dimostrare che a un impegno preso debba corrispondere la sua realizzazione nei tempi previsti, così come che i problemi complessi e da sempre irrisolti abbiano bisogno di un inizio di soluzione, di pianificazione e di collaborazione, come per lo sport a scuola o per le infrastrutture incompiute o abbandonate, indicatori di degrado sociale insopportabile».
Momento più emozionante del 2024?
«Ce ne sono stati tanti, a Parigi e non solo, ma anche l’inaugurazione dell’impianto di Caivano, che è diventato ora un modello. Il Consiglio dei Ministri ha già approvato la scorsa settimana un piano di altri sette interventi che riguarderanno Roma, Milano, Napoli, Reggio Calabria, Foggia, Palermo e Catania, che saranno realizzati con i tempi che abbiamo dimostrato di saper rispettare a Caivano».
Atleta dell’anno?
«In tanti si sono superati, ma non posso non dire Jannik Sinner. E il tennis italiano è di sicuro la disciplina dell’anno, non tanto o soltanto per celebrarla, ma come fattore di stimolo per tutti noi, in chiave di miglioramento. I risultati arrivano non per caso».
Sinner sta affrontando bene anche la vicenda doping.
«Questo caso insegna che per combattere grandi battaglie bisogna essere anche intellettualmente onesti, senza ipocrisie, entrando nel merito dei dettagli. Mi sembra paradossale vedere riconosciuta una sorta di responsabilità oggettiva dell’atleta nei confronti del suo staff. Ho preso atto che la Wada, forse sulla base di quanto accaduto a Jannik, abbia deciso di rivedere le sue politiche, anche se non capisco perché farlo dal 2027. Abbiamo bisogno di un’Antidoping sempre più credibile. Non lo è stato sempre, a volte dolorosamente per qualcuno, e per ora mi fermo qui».
Per Milano-Cortina 2026 possiamo stare tranquilli?
«Diciamo che ci vuole quella positiva, lucida e ragionevole inquietudine per restare concentrati, anche sui dettagli. Non possiamo sbagliare nulla. Ma sono convinto che andrà tutto bene, nonostante qualcuno speri il contrario, perché la squadra è coesa e motivata».
Nei giorni trascorsi ai Giochi di Parigi ha mai pensato che quella poteva essere l’Olimpiade di Roma?
«Sì, ma sono stati fatti tanti errori da parte di molti. Aver vissuto Parigi così intensamente e dall’interno rende ancora più forti le mie motivazioni per contribuire a riportare in Italia le Olimpiadi estive. È un tema che guarda un tempo lontano, ma il modo migliore per iniziare questo cammino è celebrare al meglio Milano-Cortina e far sì che diventi la base per una candidatura credibile e vincente, nel prossimo decennio».
Chiudiamo il cerchio tornando al calcio. Il campionato è particolarmente divertente.
«Sono convinto che il calcio italiano sia vivo e competitivo, e questa stagione ne è una testimonianza, sostanziata anche dal comportamento dei nostri club in Europa, che si conferma ad alto livello da tre anni a questa parte. Forse mancano nomi altisonanti, che peraltro non sempre meritano i compensi riconosciuti. Un altro indicatore sono gli stadi pieni, nonostante gli stadi. La magia dell’evento dal vivo è un indicatore di socialità e umanità, che ti porta ad abbracciare per un gol persone che non conosci: l’essenza dello stadio è proprio questa sintonia di sentimenti che c’è anche con persone molto diverse da te, che va tenuta presente quando si giudicano questo sport e i suoi tifosi. Buone ragioni per non dare accesso a chi tradisce questi sentimenti».
Cose da fare assolutamente nel 2025?
«Tutte quelle promesse, a partire dai Giochi della Gioventù».