Lo Sport nella Costituzione italiana

Articolo 33 della Costituzione sarà aggiunto il seguente comma: “La Repubblica riconosce il valore educativo, sociale e di promozione del benessere psicofisico dell'attività sportiva in tutte le sue forme”
La Carta costituzionale rappresenta il più alto riferimento normativo della nostra Nazione e la principale fonte d’ispirazione dell’azione e della responsabilità pubblica.
Nella Costituzione, fino a oggi, non era presente alcun riferimento esplicito all’attività sportiva. Il suo inserimento all'articolo 33 va considerato un traguardo raggiunto grazie all'impegno e al consenso unanime dei Parlamentari e, al tempo stesso, un punto di partenza di rinnovate responsabilità delle Istituzioni pubbliche, perché, riconoscendo il valore educativo, sociale e di promozione del benessere psicofisico dell'attività sportiva, in tutte le sue forme, ne favoriscano la pratica per allargarne il beneficio, fisico e sociale, attraversando le generazioni e superando i limiti della condizione economica delle persone e delle famiglie, in ogni angolo d'Italia, a partire dai territori più disagiati.
Lo sport italiano, ai massimi livelli, rappresenta oggettivamente una delle nostre eccellenze, un motivo di orgoglio e di vanto a livello internazionale, grazie al merito di atlete e atleti, olimpici e paralimpici, con il prezioso supporto di tecnici e allenatori, che da anni ci portano ai vertici mondiali in molte discipline. Ma la base dello sport, la sua dimensione sociale, offre ancora spunti di opportune riflessioni e margini di necessario miglioramento, evidenziando limiti che impattano negativamente sulla qualità della vita, individuale e comunitaria.
Le analisi dei dati, a partire da quelli dell'Istat e dell'Istituto Superiore di Sanità, ci offrono preziose indicazioni per elaborare una condivisa agenda delle priorità e pianificare adeguatamente la relativa operatività, in chiave interdisciplinare, iniziando dal miglioramento quali-quantitativo della presenza dello sport a scuola e l'attività fisico-motoria come strumento di contrasto alla sedentarietà.
Per rafforzare lo Sport, parte attiva e indispensabile delle "difese immunitarie sociali", dobbiamo garantire il "diritto allo sport per tutti e di tutti", con una crescente consapevolezza dei doveri della quale mi faccio carico in prima persona, da condividere in primo luogo con la classe dirigente, anche sportiva, auspicando che insieme, ognuno nel proprio ruolo, ci si impegni per dare, attraverso l'attività sportiva, gli adeguati supporti alle persone e alle comunità più in difficoltà, nelle periferie urbane e sociali della Nazione, nelle quali si avverte maggior bisogno dello sport, della sua cultura e dei suoi Valori.
Il diritto di fare sport si deve poter esercitare in un ambiente sano e sicuro, con un’offerta adeguata e accessibile a tutti, che possa garantire socializzazione e divertimento, inclusione e coesione, benessere e rispetto, in tutte le sue declinazioni. Alla base di questo diritto ci sono, senza dubbio, anche i “luoghi”: le infrastrutture sportive tradizionali, gli impianti naturali, ai quali si stanno sempre più aggiungendo i playground urbani e i percorsi, a partire da quelli ciclabili e dai cammini, che possono comporre un affascinante ecosistema nel quale devono poter coesistere, in modo "mappato" e coordinato, aree attrezzate con finalità comuni, destinate ad attività diverse, ognuna con le proprie specificità e le proprie caratteristiche.
Il percorso sarà lungo, ma solo costruendo un "modello Italia", ispirato da una visione organica e sistemica, saremo in grado di dare piena attuazione alla presenza dello Sport in Costituzione, perché non si esaurisca nella enunciazione dei principi, ma viva e si sviluppi, nobilitandosi, attraverso il miglioramento dell'offerta di opportunità, diffusa, diversificata, aperta e accessibile, che può essere perseguita solo con una sistematica e generosa collaborazione tra le istituzioni pubbliche, a livello nazionale e territoriale, e il mondo dello sport, in tutte le sue articolazioni, nel rispetto dei ruoli e con obiettivi comuni e condivisi. Questo è il cuore della "sfida" alla quale siamo chiamati, da oggi con rinnovato impegno, dall'articolo 33 della nostra Costituzione.
Qui per vedere l'intervento in Aula del Ministro Abodi: https://webtv.camera.it/evento/23255